Coltivare piante officinali: come avviare un’attività
La maggior parte delle officinali utilizzate e vendute in Italia proviene dall’estero. C’è dunque spazio per un incremento della produzione nostrana, ma attenzione alla qualità
Quali specie coltivare? Il consiglio degli esperti è di verificare innanzitutto quello che cresce spontaneamente in zona e poi, indipendentemente, valutare quali piante hanno al momento maggiori sbocchi di mercato.
Bisogna poi decidere se vendere il raccolto all’ingrosso oppure i prodotti finiti lavorati artigianalmente.
Per un piccolo agricoltore che necessariamente produce quantitativi limitati di piante officinali, potrebbe essere preferibile limitarsi alla produzione di prodotti freschi per vendere il raccolto all’ingrosso a chi provvede alla selezione meccanica della parte utile delle piante per poi passare all'estrazione, alla concentrazione ed alla realizzazione del prodotto finale.
Sono molte poi per chi pratica una coltivazione officinale le possibilità di incrementare le proprie fonti di reddito magari producendo erbe in vaso, organizzando visite guidate ad un orto botanico realizzato in azienda e corsi di formazione sulle tecniche di coltivazione officinale e sulle diverse possibilità di utilizzo dei prodotti derivati.
IL PROGETTO
Nella maggior parte dei casi è la fase più importante e la più laboriosa che può condurre alla definizione di una formula imprenditoriale fattibile. È la fase in cui si deve trasformare l’idea imprenditoriale in un progetto preciso e dettagliato, che sia in grado di reggere il confronto con il mercato e quindi di sopravvivere. Per sviluppare l’idea e trasformarla in progetto è necessario acquisire il più alto livello di informazioni relative alle seguenti aree: • che cosa offrire;
• a chi e come vendere;
• come organizzare l’attività.
IL MERCATO
Diverse indagini confermano la tendenziale crescita del settore ed implicitamente quindi anche le buone potenzialità di mercato esistenti per chi decide di dedicarsi alla coltivazione di queste piante.Il consumo annuo di piante medicinali ed aromatiche in Italia è stimato in circa 200/250 milioni di euro l’anno, che raggiungono i 700 milioni di euro se si considerano anche la cosmetica naturale e l’omeopatia. Ma la nostra produzione nazionale resta ben al di sotto del fabbisogno interno, che viene dunque coperto per l’80-90% mediante ricorso alle importazioni. La qualità dei prodotti importati è però decisamente inferiore a quella delle piante coltivate in Italia. Secondo gli esperti, dunque, per chi decide di puntare sull’elevata qualità dei prodotti offerti ci sono buone chance di non essere sopraffatti dalla concorrenza dei produttori di altri Paesi, specie se si è in grado di garantire alle industrie della trasformazione la fornitura di adeguate quantità di prodotto a prezzi competitivi, anche se più elevati, rispetto alle forniture estere.
COSA COLTIVARE?
Quello delle piante officinali è un mercato molto altalenante e variabile sia in termini di piante richieste sia per quanto riguarda i prezzi. E’ giusto pertanto non limitare la coltivazione ad un solo tipo di pianta ma diversificare la produzione per non essere soggetti alle numerose fluttuazioni del mercato. In questi ultimi tempi il mercato richiede anice, echinacea, lavanda, tarassaco, verbena officinale, camomilla, passiflora, genziana, gramigna, sambuco, finocchio. E tra le aromatiche il timo, il rosmarino, il dragoncello, la maggiorana, la salvia, la santoreggia, l’origano heracleoticum e altre varietà di origano molto aromatiche.
Possibili sinergie esistono anche tra coltivazioni di piante officinali ed apicoltura, dal momento che molte specie di officinali possiedono una grande ricchezza di nettare.
BIO E’ MEGLIO
Sono molti gli esperti del settore concordi nel ritenere che la scelta migliore per un piccolo produttore di piante officinali sia quella di dedicarsi alla coltivazione biologica, sempre più richiesta, e che permetterebbe ai produttori nostrani di giocare la maggiore competitività con i produttori stranieri sul piano della qualità. Infatti è la manodopera ad incidere più pesantemente di qualsiasi altra voce sui costi finali di produzione delle officinali; in casi simili, è bene fare della qualità il valore aggiunto della produzione, che permette di “vincere” su prodotti più economici.LA CONCORRENZA
Per valutare le possibilità di successo di una qualsiasi attività imprenditoriale è necessario considerare sia le potenzialità della domanda dei prodotti e dei servizi offerti sia le caratteristiche quantitative e qualitative delle imprese concorrenti. E’ importante quindi acquisire tutte le informazioni sulla concorrenza per mettere a punto la propria formula imprenditoriale e cioè per decidere quali prodotti/servizi offrire, quali prezzi proporre, a quali segmenti di mercato rivolgersi, quanto e come promuoversi, ecc. Si tratta di informazioni a volte difficili da reperire ma assolutamente indispensabili per mettere a punto una formula imprenditoriale “originale”, per diversificare la propria attività dai concorrenti e conquistare, magari anche solo una parte, dei loro clienti.In tema di analisi della concorrenza è utile innanzitutto distinguere tra:
• produttori nazionali;
• produttori di altri paesi europei ed extraeuropei.
Produttori nazionali
La concorrenza più temibile è sicuramente rappresentata dalle aziende agricole che coltivano piante aromatiche ed officinali in Italia. Stimarne la consistenza esatta è difficile, ma si ritiene siano circa 300, con una concentrazione decisamente maggiore nelle regioni settentrionali, in particolare in Lombardia (circa il 28%), Emilia Romagna (17%), Piemonte (11%), Veneto (10%). La superficie complessiva destinata alla coltivazione di piante officinali supera i 2.000 ettari e sono più di 2.000 gli addetti alla coltivazione e alla raccolta. Gli spazi di mercato per l’avvio di nuove attività non mancano, soprattutto nelle regioni centro-meridionali della penisola, ma occorre ovviamente adottare accorgimenti e strategie di marketing oculate per far sì che la propria azienda abbia successo. In particolare, per battere la concorrenza nazionale, è importante cercare di diversificare la propria attività, non limitandosi alla coltura delle piante più tradizionali, ma specializzandosi anche nella coltivazione di nuove varietà.
Altro elemento essenziale per essere competitivi è la qualità del prodotto: non bisogna dimenticare che l’acquirente è spesso disposto a pagare un po’ di più pur di avere un prodotto qualitativamente elevato.
Produttori di altri paesi Europei ed extra Europei
Anche la concorrenza dei produttori stranieri è decisamente temibile e non va sottovalutata, specie quella crescente dei paesi dell’Est e di quelli in via di sviluppo che, potendo disporre di una manodopera a basso costo e di una buona tecnica di coltivazione, riescono ad offrire comunque prodotti di discreta qualità, lavorati ed essiccati.Alla luce di questo appare decisivo orientarsi ancor di più sull’agricoltura biologica e biodinamica, oggi considerata un valore aggiunto dai mercati del Nord Europa, come Germania, Olanda e Gran Bretagna, che sono peraltro tra i principali acquirenti di prodotti aromatici ed officinali italiani.